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Antartide: trovati i fossili dei “pelagornitidi”, i volatili “giganti”

Chiamati pelagornitidi, questi volatili ormai estinti avevano un’apertura alare fino a 6 metri e mezzo di ampiezza, quasi il doppio di quella odierna.

La storia di questi enormi volatili raccontata da alcuni studi approfonditi

L’età dei fossili – che va da 62 milioni di anni a 2,5 milioni di anni – suggerisce che i pelagornitidi siano sorti dopo l’estinzione di massa dei dinosauri.
Con “denti ossuti” e becchi aguzzi, gli uccelli predavano pesci e calamari. I ricercatori hanno determinato che i pelagornitidi hanno viaggiato negli oceani meridionali del mondo per almeno 60 milioni di anni, proprio come l’albatro di oggi.

“Questi fossili antartici…probabilmente rappresentano non solo i più grandi uccelli volanti dell’Eocene, ma anche alcuni dei più grandi uccelli volanti che siano mai vissuti”, riporta lo studio.
Secondo un comunicato stampa dell’università, i fossili sono stati trasferiti all’UC Museum of Paleontology dell’UC Berkeley, dove uno studente laureato, Peter Kloess, li ha incontrati nel 2015.

Kloess è l’autore principale dello studio. Con i suoi due coautori, ha utilizzato le misurazioni dei fossili per confrontare su scala con scheletri di pelagornitidi trovati in precedenza. Il team ha scoperto che i frammenti provenivano da creature grandi, se non più grandi, delle dimensioni conosciute dell’uccello estinto.

“La nostra scoperta di fossili…mostra che gli uccelli si sono evoluti fino a raggiungere dimensioni davvero gigantesche in tempi relativamente brevi dopo l’estinzione dei dinosauri e hanno governato gli oceani per milioni di anni”, ha detto Kloess.

Lo studio aiuta anche i paleontologi a immaginare cosa fosse l’Antartide 50 milioni di anni fa. Non era il continente ghiacciato che è oggi, ma molto più caldo e ospitava mammiferi terrestri ormai estinti, compresi lontani parenti di bradipi e formichieri. La regione era anche un “parco giochi” per diverse specie di uccelli.

“I pelagornitidi giganti estinti, con le loro ali a punta molto lunghe, avrebbero volato ampiamente sugli antichi mari aperti, che dovevano ancora essere dominati da balene e foche”, ha detto il coautore Thomas Stidham dell’Istituto di paleontologia e paleoantropologia dei vertebrati all’Accademia cinese delle scienze di Pechino.

“Questi uccelli dai denti ossuti sarebbero stati formidabili predatori che si sono evoluti per essere al vertice del loro ecosistema”.

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Pubblicato da
Alessandro Papa