La lotta all’evasione fiscale non inizia e non finisce di certo oggi. L’occhio del Fisco è sempre vigile e per i debitori evadere è sempre più difficile. Dall’inizio del 2020, i titolari di Partita Iva verranno sottoposti a controlli serrati da parte dell’Agenzia delle Entrate, al fine di verificare che quanto hanno dichiarato sia coerente con il denaro che hanno sul conto corrente. Ma non è tutto: ogni contribuente è a rischio accertamenti.
Ci sono i liberi professionisti che sono maggiormente esposti a controlli, ma anche chi riceve stipendio fisso o pensione, non si deve sentire totalmente al sicuro. La mancata registrazione di un affitto, compravendite sotto banco e lavoro in nero: queste sono tutte le opzioni che mette in pratica chi ha solo un reddito da lavoro dipendente. Per questo, anche per queste persone scattano i controlli fiscali. Questo perché non si basano sul tipo di reddito, ma sul tenore di vita che ha il contribuente.
Le spese che attirano di più l’occhio del Fisco sono quelle che ai loro occhi sono troppo alte messe a confronto con i redditi
dichiarati dal contribuente. Andando più nel particolare: auto di lusso, canoni di locazione di un immobile, assicurazione auto, viaggi, mutuo, smartphone abbonamenti. Le spese che risultano fin troppo esose rispetto alle entrate sono un campanello d’allarme, soprattutto per chi non è un libero professionista.I controlli del Fisco vengono fatti anche sui mutui, in seguito all’ordinanza n. 4661 del 21 febbraio 2020 della Corte di Cassazione. Questi scattano oltre una certa differenza tra l’importo erogato col mutuo e la somma usata per acquistare una casa. Infatti, secondo la Cassazione, c’è il presupposto per considerare l’evasione fiscale dopo il superamento un determinato limite. Inoltre, dal 2024, l’Agenzia delle Entrate avrà accesso anche ai dati sugli acquisti online.
L’Agenzia delle Entrate usa strumenti come il redditometro, il risparmiometro, i controlli incrociati tra giacenze e movimenti di conto corrente con i redditi e i patrimoni dichiarati dal contribuente stesso per scoprire gli evasori. La mole di dati che raccoglie l’Agenzia è davvero molto alta, è quindi difficile che gli sfugga qualcosa.