Il 2020 è stato il passo aggiuntivo verso il progresso. Perché? Stando alle analisi è notevole il calo di rame dal 2016 compensato con l’aumento della fibra ottica, ma c’è ancora tanta strada da fare. Potrebbe dunque essere l’inizio della rivoluzione?
L’ultimo osservatorio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha estrapolato dei dati fondamentali: quattro anni fa quasi 9 linee su 100 erano ADSL, dunque in rame; ad oggi sono meno della metà, con un importante aumento delle reti in fibra ottica misto rame (cioè le FTTC o Fiber to the Cabinet).
Volgendo lo sguardo nel passato, nel 2016 l’86,5% delle linee totali (20,26 milioni) era in rame. Diversa era la situazione dal punto di vista delle linee in fibra ottica completa (FTTH o Fiber to the Home). In questo caso ve ne erano appena il 2%.
Ad oggi, per la prima volta, le linee FTTC sono in maggioranza del 43,9%. Salgono parallelamente le linee FWA (7,3%) e FTTH (7,5%). Primo operatore del mercato è TIM, con il 45,6%, seguito da Vodafone (15,7%) e da WindTre (13,9%).
Per quanto riguarda invece le linee FTTH, vi è Fastweb (33,2%), seguito da Vodafone (25,6%) e da WindTre (21,1%). TIM scende invece in quarta posizione.
A livello europeo, l’Italia è al quinto posto per quantità di accessi in FTTH/FTTB secondo l’ultimo rapporto della FTTH Council Europe. In prima posizione invece vi è la Russia, seguita da Francia, Spagna e Ucraina. In Italia gli accessi sono cresciuti di 4,7 milioni di unità tra il 2018 e il 2019.
Per il numero di abbonati FTTH/FTTB invece l’Italia è al 13esimo posto. Viene superata da Russia, Spagna, Francia, Romania e Bielorussia, ma anche Ucraina, Kazakistan e Turchia.