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Bonus bici: il “click day” si è rivelato un altro fallimento dello Stato

Attualmente c’è una fila lunghissima ad un server di pubblica amministrazione, e non al supermercato come abbiamo visto in questi mesi di pandemia. Oggi, migliaia di italiani combattono – in via del tutto digitale – per avere il contributo varato dal governo per l’acquisto di biciclette e monopattini elettrici. Il Decreto Rilancio ha introdotto lo scorso 7 settembre il bonus bici e il bonus mobilità, il quale dovrebbe rendere le città più green e limitare l’uso dei mezzi di trasporto pubblici. Con questa manovra, si spera si possa contrastare significativamente il Covid-19.

Sappiamo tutti che gli assembramenti fisici possono essere davvero pericolosi per la diffusione del Covid, ma sembra che non sia stata data opportuna importanza anche a quelli informatici. Infatti, come sta succedendo nelle ultime ore, i server sono decisamente in tiltSpid che non funziona a dovere e i 600.000 utenti in attesa che probabilmente non potranno mai concretizzare il loro bonus.

 

 

Bonus bici: il “click-day” non è stata una grande idea

Dunque, i “click-day“, maledetti in larga parte sui social da migliaia di utenti, fanno fare l’ennesima figuraccia allo Stato. Ma cosa sono precisamente? Eventi pubblici dove lo stato mette a disposizione di tutti una cifra e i primi che accedono al sistema se la aggiudicano. Ovviamente, questa situazione mette a dura prova (se non in netta crisi) i server, i quali sono nuovamente in mano a Sogei, Società generale d’informatica controllata dal Ministero delle Finanze. Il suddetto aveva avuto già dei problemi decisamente rilevanti per l’erogazione del bonus previsto dal decreto Cura Italia, ed ora i problemi sembrano rispuntare in sequenza.

Rispetto a quanto capitato lo scorso 1° aprile, quando l’eccessivo carico aveva fatto sì che ci fosse una diffusione di dati personali fin troppo ampia, oltre ad altre criticità, in questo caso l’azienda ha cercato di mettere tutti “in fila”, riducendo le richieste contemporanee, ma mettendo in difficoltà chi, in fila, non ci può stare. Ad esempio chi lavora è il primo ad essere svantaggiato, a differenza di chi entra e aspetta. Alle 15 del 3 novembre l’indicatore segna 600mila persone in code, stamattina si è arrivati a stimare fino a trenta ore di attesa

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Nonostante la fila potrebbe essere un qualcosa di più vantaggioso, l’accesso alla stessa è in “ordine casuale“, dunque non a chi arriva per prima. Alcuni scrivono che hanno ottenuto il bonus essendo al 100millesimo posto, altri addirittura più indietro.

 

Il problema del dominio sbagliato e il tentativo di phishing

Tuttavia, questi problemi sono toccati a chi ha preso la giusta strada, o meglio il dominio corretto. Sì, c’è stato anche questo problema. Il dominio giusto è bonusmobilita.it, però, dopo la divulgazione di alcuni organi di stampa, ecco che spunta un dominio simile da parte di anonimi: bonusmobilità.it, con l’accentro sulla “à”. L’intento non è malevolo della pagina, fornisce solo indicazioni correte su come raggiungere il sito e come il bonus viene erogato. Al contempo, per i meno attenti, c’è una “grande scelta” di banner pubblicitari, dove i creatori della pagina tentato di raccogliere piccole somme di denaro.

Ma anche chi ha fortunatamente superato questo ostacolo, c’è un altro (e ultimo) problema: l’accesso con le credenziali Spid. Il possesso di un profilo per il Sistema pubblico di Identità Digitale è uno dei requisiti per l’accesso al bonus, il quale garantisce anche l’accesso dei cittadini ai servizi digitali di pubblica amministrazione. Non tutti però sono riusciti ad autenticarsi a causa della fila enorme che si è venuta a creare lasciando con le mani in mano chi pensava essere riuscito a compiere questa “impresa”.

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Pubblicato da
Christian Savino