Stando alle cifre comunicate dallo Ministero della Salute stesso al momento del lancio di Immuni, l’applicazione dovrebbe essere scaricata almeno dal 60/70% della popolazione affinché il sistema abbia una reale efficacia preventiva. Inoltre, l’applicazione per il contact tracing non sembra strutturalmente perfetta e sono molti i bug riscontrati, come quelli riguardanti l’invio delle notifiche a gli utenti iPhone.
Sembrerebbe piuttosto preoccupante l’ultimo bug di Immuni scoperto; grazie a questa falla infatti sarebbe possibile ricevere notifiche su un possibile contato con il coronavirus non vere. Per di più queste notifiche potrebbero non essere casuali ma frutto dell’azione dolosa di qualche malintenzionato. Fortunatamente sfruttare questo bug in modo sistematico non è così semplice.
Per farlo il malintenzionato di turno avrebbe bisogno di antenne ad alta potenza che verrebbero facilmente individuate. Questo genere di attacchi si chiama relay e, come detto, richiede l’utilizzo di antenne fisiche a cui i dispositivi dovrebbero rimanere esposti per più di 15 minuti. Inoltre sembrerebbe che la finestra temporale in cui l’app risulta vulnerabile a questo genere di attacchi sia di appena di due ore, un lasso di tempo piuttosto ristretto.