Tra i Paesi partner della missione Hera c’è anche l’Italia, rientrante a pieno titolo nel finanziamento da 129,4 milioni di euro voluto per sgominare ogni rischio di impatto. Insieme al Bel Paese si affiancheranno anche Belgio, Lussemburgo, Portogallo Repubblica Ceca, Romania e Spagna. Ma spetterà proprio a noi il compito più importante. Si realizzerà un complesso trasmettitore il cui scopo sarà quello di interpretare i segnali di ritorno dall’asteroide con lo scopo di carpirne movimenti, velocità e direzione. Obiettivo è quello di deviarlo ad ogni costo
.Franco Ongaro – Direttore della Tecnologia, ingegneria e qualità dell’Esa e responsabile del centro per la scienza e la tecnologia dell’Esa (Estec) – riferisce:
«il nuovo accordo è estremamente significativo perché corona l’idea di Andrea Milani, proposta molti anni fa.
Sull’idea di Milani la Nasa ha organizzato una missione e ci ha chiesto di partecipare. È una missione fondamentale perché stiamo aumentando la capacità di scoprire e edere nuovi asteroidi ed è la prima volta che nella realtà si prova a deviare la traiettoria di un asteroide: vogliamo vedere se ci riusciamo e se in futuro saremo in grado di farlo.
La nostra tecnologia fornirà dati essenziali agli scienziati per stabilire una strategia di difesa del Pianeta».
Seguiremo da vicino l’evolversi della questione nella speranza che il corpo estraneo non giunga prima della soluzione definitiva al problema.