Il famoso vaccino anti-Covid, che nelle ultime ore sta letteralmente spopolando sui vari canali di informazione, è stato sviluppato dalle aziende Pfizer e BioNTech e si basa su una delle tecnologie più innovative e avanzate del momento nella scienza. Questa è adottata anche da due grandi aziende in corsa per il vaccino: la tedesca Curevac e l’americana Moderna. Tutti e tre i vaccini stanno affrontando l’ultima fase della sperimentazione clinica e sono tutti e tre a Rna. Ma cosa significa? Scopriamolo di seguito.
Stando a ciò che riporta Repubblica, l’americana Pfizer ha concordato con il Ministro della Salute Speranza la fornitura di 1,7 milioni di dosi per l’Italia a partire dalla seconda metà di gennaio. Infatti, si dice che più o meno dal 20 gennaio in poi, si partirà con l’immunizzazione di tutti gli operatori sanitari e molti ospiti delle Rsa. Chi collaborerà al trasporto e alla pianificazione dei materiali sarà l’Esercito.
Vaccino anti-Covid di Pfizer: la tecnologia usata in fase di sperimentazione
Ma torniamo al vaccino. Quelli di questo tipo usano la sequenza del materiale genetico del nuovo coronavirus, ovvero l’acido ribonucleico (Rna), che è il messaggero molecolare che contiene le istruzioni per costruire le proteine del virus. L’uso dell’Rna messaggero (mRna) è una scelta data dall’esigenza di riuscire ad ottenere un vaccino nel minor tempo possibile e che abbia un’ottima risposta immunitaria.
L’obiettivo principe è somministrare direttamente l’mRna che controlla la produzione di una proteina contro la quale si ha intenzione di scatenare la reazione del sistema immunitario. In tal caso, la responsabile della pandemia è la proteina “Spike“, l’artiglio molecolare usato per agganciare le cellule sane e invaderle. Per indurre a produrre la proteina Spike, vengono utilizzate minuscole navette. La suddetta è la prima ad essere individuata e il sistema immunitario la riconosce subito. Quando avviene, le difese producono cellule B, che producono a loro volta anticorpi, e cellule T, che distruggono le cellule infette.
Vari sono i commenti sulla sperimentazione di Pfizer e BioNTech, e l’immunologo Anthony Fauci ha definito i risultati “molto buoni”. Inoltre, ha anche aggiunto: “Mostrano che la nuova tecnologia utilizzata, basata sull’ impiego dell’Rna messaggero funziona nell’indurre la risposta immunitaria”. Forse si potranno avere addirittura due vaccini, poiché è in buona fase di sperimentazione anche quello di Moderna.
Di fatto, entrambe le sperimentazioni, si trovano all’ultima fase del loro “viaggio”: dopo i test fatti in laboratorio, si passa a quelli fatti sull’uomo in tre fasi. La fase 1, fatta su un piccolo gruppo di volontari sani; la 2 su un numero più vasto di persone; la 3 su un numero molto grande di persone, e qui deve dare maggiori garanzie.