Per molti, pensare ad un’auto elettrica significa immaginare qualcosa di estremamente futuristico, che possa compensare in positivo i milioni di metri cubi di CO2 prodotti quotidianamente dai mezzi di trasporto. Pertanto, al discorso legato all’aspetto puramente estetico e funzionale, se ne aggiunge uno, molto importante, riguardante l’aspetto eco-friendly dei motori elettrici.
Questa considerazione viene quasi automatica per auto di tal genere, ed è naturale spesso intendere l’auto elettrica con queste caratteristiche. Eppure questo automatismo potrebbe essere smentito da un recente studio, che analizza più approfonditamente la questione, anche con occhio critico, e mette in discussione le certezze che si sono avute finora.
Lo studio effettuato dall’Istituto di Monaco, a firma degli scienziati Christoph Buchal, Hans-Dieter Karl e Hans-Werner Sinn, ha posto la questione sotto una nuova ottica, che prima non si era molto considerata.
Infarti, per parlare dell’effettiva quantità di emissioni prodotta, non basta far riferimento alle emissioni in corsa. Da questo punto di vista, infatti, appare naturale che dall’accensione del motore l’auto elettrica produca zero CO2, rispetto alla Diesel che già dalla partenza inizia a svilupparne.
È necessario dunque valutare un altro parametro, o quantomeno, risalire a monte, e valutare la quantità di emissioni disperse fin dall’inizio del processo produttivo, anziché considerare esclusivamente quelle a valle.
Leggendo il tutto sotto questa nuova ottica, emerge che il motore elettrico sia conveniente dal punto di vista ambientale soltanto laddove si percorra un quantitativo di km maggiore a 100.000 con la propria auto. Infatti, per compensare la quantità di emissioni dell’auto elettrica nella produzione fin dalla fabbrica, sarebbero necessari 100.000 km di emissioni diesel. Quest’ultimo, quindi, resterebbe preferibile nell’ambito di spostamenti poco estesi.