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Fisco, comprare un’auto rivela all’Agenzia delle Entrate queste cose

Tra i tanti momenti in cui il Fisco attua controlli sui contribuenti, sui conti correnti a noi intestati, sui redditi, sulla regolarità nel pagamento delle imposte, uno dei più importanti e sottovalutati corrisponde all’acquisto di un’auto nuova.

Insieme alle case e agli immobili, l’auto viene considerata “bene di lusso” nonostante per molte famiglie rappresenti ad oggi un’esigenza imprescindibile. E, in quanto categorizzata tale, comprare un nuovo veicolo fa scattare una serie di controlli. Perché?

Molto banalmente, il Fisco non va a valutare soltanto se il futuro proprietario può “permettersi”, in base al proprio reddito, di sostenere il costo dell’automobile in sé, ma va a valutare anche se in futuro sarà in grado di pagare anche tutte le spese ad essa correlate: bollo, assicurazione, benzina, revisione obbligatoria.

Laddove vi siano discrepanze tra quanto rilevato dall’Agenzia delle Entrate e i costi di acquisto e mantenimento dell’auto, il Fisco interviene.

Fisco, ecco cosa conosce di noi al momento dell’acquisto di una nuova automobile

La prima fase dell’iter si dispiega attraverso l’invio di un questionario al contribuente, nel quale l’ufficio imposte richiede all’acquirente di definire la propria posizione economica. Si tratta di controlli preventivi che possono avvenire anche nelle sedi dell’autorità fiscale con annesso colloquio.

In aggiunta, l’acquisto non va valutato come atto in sé: esso viene comunicato alle sedi competenti, che provvedono ad aggiornare il Pubblico registro automobilistico (Pra), collegato con l’Anagrafe tributaria – ossia un archivio a disposizione dell’Agenzia delle Entrate.

A questo punto, interviene un software definito “redditometro” (che adesso è stato sostituito da un nuovo algoritmo più efficiente) a controllare l’effettiva possibilità del soggetto di sostenere questi acquisti. Come? Comparando il reddito riportato in dichiarazione dei redditi con le spese effettuate nel medesimo anno d’imposta: se risulta esserci uno scostamento fra i due dati, in cui il secondo risulti di oltre il 20% superiore al primo, scattano i controlli.

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Pubblicato da
Monica Palmisano