L’UE è tornata ad indagare sulla posizione dominante del colosso Google nel settore della ricerca online. In sintesi è questo l’argomento su cui ruota tale articolo. Ben 156 firmatari, compresi motori di ricerca (e non) come i francesi Lilo e Qwant, il tedesco Ecosia, l’americano DuckDuckGo e il ceco Seznam, hanno deciso di inviare una lettera alla commissaria Ue per la Concorrenza, Margrethe Vestager. La richiesta consiste nel richiamo a Google per l’adeguamento alle sanzioni della Commissione Ue del 2017 per abuso di posizione dominante nella promozione del prodotto Google Search, poi rinominato Google Shopping.
Secondo le imprese e gli editori, è già da un po’ di tempo che Google non rispetta le misure imposte dall’Unione Europea. Per giunta, sarebbero in corso delle nuove indagini sul posizionamento di favore, nel motore di ricerca, di vari servizi specializzati del big tech, per ricerche di lavoro, voli, hotel, alloggi e informazioni locali. Le imprese e le associazioni per questa ragione stanno spingendo per portare la Commissione ad adottare tutte le misure necessarie contro la concorrenza.
“Sosteniamo fortemente i piani della Commissione per regolamentare i giganti del web in modo più rigoroso”, ha detto Ilias Konteas, direttore esecutivo di Enpa e Emma. “Tuttavia, la soluzione più rapida, naturale ed efficace al problema fondamentale dell’auto-preferenza di Google, è un’applicazione rigorosa delle misure per un trattamento equo che erano già state imposte nella decisione sulla concorrenza del 2017″, ha aggiunto.
Come ha risposto Google? “Le persone si aspettano da Google i risultati di ricerca più rilevanti e di qualità, risultati di cui si possano fidare. Non si aspettano che diamo preferenza a specifiche aziende o tra concorrenti commerciali, né che interrompiamo l’offerta di servizi utili che permettono una maggiore scelta e competizione in Europa”.