robotIl futuro è fatto di robot e intelligenze artificiali, questo sembra ormai un dato di fatto oggettivo. In molti però si chiedono quale possa essere il futuro del mondo del lavoro; si va infatti verso un contesto in cui la manodopera può raggiungere livelli di produttività impossibili per l’uomo.

Un robot infatti non ha bisogno di mangiare, di riposarsi o dormire; una macchina non rischia incidenti mortali e in caso di malfunzionamento può essere sostituita senza il bisogno di dover pagare il periodo di malattia. Insomma sembrerebbe che per la grande industria non ci sia paragone su cosa preferire tra la manodopera umana e quella robotica, tuttavia non è ancora detta l’ultima parola.

Robot: è possibile una convivenza?

 

A confermare questo trend la ricerca “The Future of the Jobs“; lo studio prende in esame 300 imprese per un totale di circa 8 milioni di posti di lavoro. Secondo i dati raccolti almeno il 50% degli imprenditori si dice favorevole all’introduzione della manodopera robotica mentre il 43% di questi si consapevole di come ciò comporterà dei licenziamenti.

La situazione sembrerebbe dunque tragica, con numerose figure lavorative che andrebbero a sparire assorbite dalla manodopera dei robot; tuttavia se da una parte questo nuovo fenomeno dovrebbe causare la perdita di circa 85 milioni di posti di lavoro; d’altra parte garantirebbe la nascita di almeno altri 95 milioni di nuove mansioni. La speranza è che con l’aumento della manodopera robotizzata l’uomo possa dedicarsi ad attività più cerebrali che richiedano l’applicazione della creatività e delle capacità decisionali che una macchina non può possedere.

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