L’operatore Vodafone Italia ha recentemente ricevuto una sanzione di oltre 12 milioni e 250 mila euro da parte del Garante Privacy, per aver trattato in modo illecito i dati personali di milioni di utenti a fini di telemarketing.
Oltre al pagamento della multa, l’operatore dovrà adottare una serie di misure dettate dall’Autorità per conformarsi alla normativa nazionale ed europea sulla tutela dei dati. Scopriamo insieme tutti i dettagli.
Vodafone riceve dal Garante della Privacy una multa di oltre 12 milioni di dollari
La multa inflitta all’operatore rosso è stata resa nota lo scorso 16 Novembre 2020, proprio dall’Autorità Garante per la protezione dei dati personali con la pubblicazione anche del provvedimento numero 224 del 12 novembre 2020. Il provvedimento sanzionatorio ordinato da parte del Garante, composto da Pasquale Stanzione, Ginevra Cerrina Feroni, Agostino Ghiglia e Guido Scorza, conclude quella che l’Autorità definisce una “complessa istruttoria” avviata a seguito di centinaia di segnalazioni e reclami di utenti che lamentavano continui contatti telefonici indesiderati, effettuati da Vodafone e dalla sua rete di vendita, per promuovere i servizi di telefonia e internet offerti dall’operatore.
Gli accertamenti svolti dall’Autorità hanno evidenziato “importanti criticità di sistema“, che riguardano la violazione non solo dell’obbligo del consenso, ma anche dei fondamentali principi di responsabilizzazione e di implementazione delle tutele privacy fin dalla fase di progettazione dei trattamenti, stabiliti dal Regolamento UE.
In particolare, nel corso dell’istruttoria è emerso quello che viene definito un “allarmante fenomeno di utilizzo di numerazioni fittizie o comunque non censite nel Registro degli Operatori di Comunicazione (Roc)“, con la finalità di realizzare i contatti promozionali. Ulteriori profili di violazione sono stati rilevati nella gestione delle liste dei nominativi da contattare acquisite da fornitori esterni. Liste che i partners commerciali di Vodafone avevano ricevuto da altre aziende e trasferito all’operatore telefonico senza il necessario consenso libero, informato e specifico degli utenti. Al momento l’operatore non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale.