Sia Google che Twitter si basano su algoritmi automatici per determinare i risultati di ricerca. Gli algoritmi considerano fattori come le parole associate di frequente e l’affidabilità della pagina o dell’account che le pubblica. L’ironia di questi risultati di ricerca sta anche nella tipologia di immagini. Trump è spesso raffigurato con un abito militare in origine indossato da Gheddafi. L’immagine sembra provenire da un servizio del The Daily Show nel 2015, durante il quale il conduttore Trevor Noah ha descritto le somiglianze tra i due.
Il rifiuto di Trump di riconoscere la sua sconfitta è definito un atto “totalmente irresponsabile” dal presidente eletto Joe Biden. Quest’ultimo ha annunciato che le persone potrebbero morire se la sua amministrazione entrante continua a essere esclusa dalla pianificazione per fronteggiare la pandemia del Coronavirus.
Le linee guida di Google affermano che i risultati di ricerca sono sottoposti a un “controllo rigoroso“. Sono coinvolti sia test dal vivo che migliaia di valutatori esterni qualificati provenienti da tutto il mondo. “Questi sistemi di classificazione sono costituiti non da uno, ma da tutta una serie di algoritmi. Per darti le informazioni più utili, gli algoritmi di ricerca esaminano molti fattori, tra cui le parole della tua query, la pertinenza e l’usabilità delle pagine, la competenza delle fonti, la tua posizione e le tue impostazioni”.
Le azioni del presidente uscente sono oggetto di critica per aver minato il processo democratico, dando il via libera a teorie del complotto infondate e pericolose su “elezioni truccate”. L’ex segretario alla Difesa e senatore repubblicano William Cohen ha detto alla CNN la scorsa settimana che la condotta di Trump e della sua amministrazione è “più simile a una dittatura che a una democrazia”. Quindi è quasi prevedibile che i risultati di ricerca siano costellati da immagini e riferimenti a Trump se si parla di dittatura.