Facebook sembra aver denunciato un grave caso di scraping proprio in queste ore. Il suddetto richiama immediatamente ad un caso analogo, se non identico, che ha colpito la società la scorsa estate con ben 235 milioni di account esposti. Questa è una pratica con cui vengono usati dei software appositi i quali sono in grado di recuperare, stesso dal web, delle informazioni pubbliche riorganizzandole in database alternativi sofisticati. La causa intentata negli Stati uniti ai danni di Ensar Sahinturk concerne proprio questa tipologia di attività: sembra che questo cittadino turco era capace di rilevare informazioni degli account Instagram riuscendo a rilevare una rete di siti clone. Riusciva a fare tutto ciò senza che l’utente ne fosse minimamente a conoscenza. L’attività è ovviamente vietata dalla legge e contraria ai termini d’uso delle piattaforme di qualsiasi social.
Instagram: i rischi per l’utente sono davvero rilevanti
È inutile dire che c’è un grande rischio per l’utente: questo perché non è in potere di tenere sotto controllo i suoi dati, né di sapere chi può visualizzarli. Gli account di Instagram che sono coinvolti nella faccenda sono più di 100mila e tutti re-inseriti all’interno di siti clone da cui c’era la facile possibilità di accedere a profili, foto, video, storie, hashtag e localizzazioni.
Gli account Instagram e Facebook del responsabile sono stati prontamente bloccati, come anche tutte le piattaforme alternative da lui create: olygram.com, imggram.com, imggram.net, finalgram.com, pikdo.net e ingram.ws. La prima di queste risale addirittura al 2017. Ora sarà il tribunale a decidere cosa gli spetterà.