In questi ultimi mesi la nostra penisola sta sfortunatamente assistendo ad un ritorno di fiamma dell’ondata di contagi di Coronavirus che proprio non sembra aver intenzione di lasciarci in pace, la curva epidemiologica ha infatti raggiunto picchi mai vista prima, con anche quarantamila contagi raggiunti in un solo giorno.
Questo contesto ha ovviamente spinto il Governo a dover varare nuove misure restrittive per provare a ridurre il numero di contagi che altrimenti avrebbe potuto raggiungere numeri troppo saturanti e fuori controllo, cosa che avrebbe probabilmente mandato in crisi tutto il sistema sanitario, già pesantemente stressato dalla situazione.
Un gruppo di ricercatori australiani sta però lanciando un messaggi di allarme, affermando che il numero di casi reali è decisamente più elevato rispetto a quanto mostrano i dati, secondo lo studio condotto, il tasso di infezioni è mostruosamente più alto, dato mostrato attraverso un modello matematico di “Backcasting”
Seguendo dunque questo modello matematico e facendo un raffronto tra dati ottenuti e dati dichiarati dallo Stato, i ricercatori hanno stimato che il numero delle infezioni è in realtà circa 17,5 volte quello che conosciamo, per ottenere tale risultato i ricercatori hanno lavorato a ritroso, cercando una funzione (o relazione) tra numero di decessi e numero di infetti reali che servirebbero, in base al tasso effettivo di mortalità, per arrivare appunto a quel numero di morti, costatando che effettivamente è presente una grossa discordanza tra i dati emersi.
In termini matematici semplificati possiamo vedere il tutto come una funzione y=(f)x, dove y sarebbero i morti, x il numero di contagi e f la funzione che lega i due parametri, in tal caso conoscendo sia y che f, emerge che x dovrebbe essere di gran lunga più alta.
In questo scenario l’Italia si mostra essere il paese con la sottostima più elevata rispetto agli altri, i numeri di morti sono sono troppo elevati per il numero di contagi che ogni giorno vengono riconosciuti.