Tre decenni separano il mondo odierno dal disastro nucleare che in una notte di aprile segnò l’Unione Sovietica in maniera indelebile, coinvolgendo migliaia di cittadini in un rischio senza precedenti. Nonostante il passare degli anni, Chernobyl continua a rimanere impressa nella mente dei più adulti, i quali ricordano quelle giornate come se fossero trascorse recentemente e ripensano a quanto poco si sapeva sugli effetti del nucleare trentanni fa.
Affermare che tutto è rimasto immutato è ovviamente una sciocchezza: nel corso degli anni lo studio della materia nucleare è progredito andando a rendere i sistemi sempre più sicuri e a prova di pericolo sottolineando, necessariamente, che anche all’epoca se non fosse intercorso l’errore umano, forse tutto ciò non sarebbe mai accaduto.
Nonostante gli anni siano passati, i rivolti sulla terra che circonda la centrale nucleare di Chernobyl sono ancora ben visibili ed è per tale motivo che questo luogo risulta un luogo di interesse per scienziati.
Gli animali sono tornati ad abitare queste zone fino a poco tempo fa impraticabili e con essi sono andate via via crescendo delle forme di vita persino sconosciute: non è un mistero che molto recentemente, infatti, siano state trovate delle spore (funghi) capaci di nutrirsi delle radiazioni e utili da implementare nelle esplorazioni spaziali.
La ricerca, dunque, non termina: il territorio ucraino rappresenta un teatro di interesse scientifico troppo elevato per poter essere dimenticato e, grazie all’avvento delle nuove tecnologie, scoprire nuovi risvolti non può che essere d’obbligo.