intelligenza artificiale La ricerca sull’intelligenza artificiale non è mai stata così prolifica; le scoperte si susseguono una dietro l’altra e i ricercatori sono sempre pronti a nuove applicazioni. Uno dei più recenti studi sull’intelligenza artificiale riguarda una sua possibile alimentazione attraverso la luce, a condurre lo studio l’Università RMIT. I ricercatori hanno sviluppato un software dell’intelligenza artificiale integrato ad un hardware, una periferica, in grado di acquisire immagini.

La fusione delle due componenti prende chiaramente ispirazione dalla struttura del cervello umano che potrebbe essere paragonato ad un sistema all in one. In questo modo si è riuscita ad aumentare sia l’efficienza che l’accuratezza delle rilevazioni; l’obiettivo ultimo sembrerebbe in fondo quello di riuscire a sviluppare una sorta di memoria visiva, un obiettivo sicuramente lontano ma a cui, piano piano, ci si sta avvicinando.

Intelligenza artificiale: sempre più simile al cervello umano

 

Con lo sviluppo della nuova intelligenza artificiale oltre a modificare i ricordi, le nuove I.A. potranno anche acquisire e migliorare le immagine, classificare i numeri e riuscire a riconoscere determinati modelli; il tutto con un tasso di precisione maggiore del 90%.

Per sviluppare questo prototipo i ricercatori si sono ispirati all’optogenetica; uno strumento in grado di meglio approfondire il sistema elettrico del corpo umano oltre che manipolare i neuroni. Il chip di questa nuova tecnologia è formato da un materiale ultrasottile in grado di modificare la propria resistenza all’elettricità. Insomma quello fatto dai ricercatori australiani è l’ennesimo, se pur piccolo, passo verso la creazione un un vero e proprio cervello elettronico che possa imparare dall’ambiente che lo circonda.

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