Nel 2020 siamo ormai all’alba, per non dire in piena luce, dell’era della tecnologia e dell’informatica, entrambe infatti sono palesemente radicate all’interno della vita di ognuno di di noi, rendendo alcuni aspetti della vita decisamente più semplici e plasmandone altri in chiave avanzata e decisamente più futuristica.
In questo contesto in cui la tecnologia è diventata quasi un’infrastruttura che fa da collegamento ai vari snodi che altro non sono che aspetti della vita diversi tra loro, i dati assumono un ruolo di primaria importanza, sono un po’ come i fili che collegano e fanno da materia di scambio tra gli snodi, ecco dunque perchè regolamentare il tutto diventa di un punto fondamentale, in modo da garantire la gestione corretta e non fraudolenta da parte dei vari enti interessati.
I dati rappresentano sostanzialmente un tipo di risorsa definita come immateriale, ciononostante non meno importante delle altre, ecco dunque perchè l’Unione Europea ha deciso di regolamentare il tutto arrivando ad una sorta di Fase 3, infatti dopo la Libera Circolazione delle Merci (1) e delle Persone (2), ora arriveremo anche a quella dei dati, il tutto ovviamente a fronte di garanzie riguardo privacy e sicurezza.
Il regolamento in fase di elaborazione dunque prevede la cosiddetta “Governance dei dati” che l’Unione stessa definisce come una serie di regole e strumenti per l’uso dei dati, ad esempio attraverso meccanismi di condivisione, accordi e norme tecniche. Implica strutture e processi per condividere i dati in modo sicuro, anche attraverso terzi di fiducia.
La proposta arriva da un’intenzione di garantire una migliore gestione dei dati a fronte di una più libera circolazione all’interno dell’UE, il tutto quindi sotto l’indice di un maggiore controllo esercitato dall’Unione stessa anche attraverso terzi di fiducia.