Di giorno in giorno la comunità scientifica divulga nuove scoperte sul Covid. Molta risonanza hanno avuto, durante le ultime settimane, gli studi condotti dall’Ospedale pediatrico Bambino Gesù. L’istituto italiano ha provato come, in ambienti chiusi, la circolazione dell’aria sia a dir poco determinante per la salute pubblica.
Covid e circolazione dell’aria: un possibile aiuto per arginare il virus
E’ oramai cosa ben nota che gli spazi chiusi rappresentano il luogo ideale per la circolazione del Covid. Per evitare la diffusione massiccia del patogeno, da tempo è stato chiesto ad ogni individuo di rispettare con assidua precisione tre norme di sicurezza: lavaggio delle mani, distanza minima di un metro e mascherina.
A queste tre regole basilari, sulla base delle analisi scientifiche dell’Ospedale pediatrico Bambin Gesù, ne andrebbe ora aggiunta un’altra: favorire il ricambio dell’aria. La circolazione dell’aria, infatti, all’interno di spazio chiusi garantisce una maggiore dispersione per i famosi droplets determinanti ai fini del contagio da Covid.
La ricerca, per una maggiore semplificazione delle tesi, si è servita anche di alcuni modelli. I prospetti hanno identificato come luoghi di riferimento spazi tra cui uffici, aule scolastiche, piccole stanze di un appartamento.
Sulla base di questi modelli si evince che, in un ambiente chiuso, alla presenza di sei persone (di cui una infetta da Covid), vi saranno ben quattro contagi laddove nessun individuo rispetta le tre norme di sicurezza fondamentali. Con mascherina, distanza e lavaggio delle mani, il rischio di contagio scende a tre contatti. Aggiungendo anche la circolazione (naturale o artificiale) dell’aria nello spazio, vi sarà un rischio medio di un solo contagio.