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Questo supercomputer prevedrà il comportamento del Coronavirus

Una svolta epocale nella conoscenza del Covid-19 potrebbe arrivare da uno studio genetico, condotto su pazienti affetti dalla malattia conseguente all’infezione da Coronavirus. Questa scoperta potrebbe segnare un punto fermo nella comprensione dell’eziopatologia della malattia, ossia del meccanismo attraverso cui il virus determini l’insorgenza dei sintomi e talvolta provochi una degenerazione così repentina delle condizioni di salute del soggetto.

La ricerca è stata effettuata con l’aiuto del supercomputer Summit, situato presso l’Oak Ridge National Lab negli Stati Uniti, il quale ha analizzato 40.000 geni provenienti da oltre 17.000 campioni. Il lavoro è iniziato nei primi mesi dell’estate, e sta portando risultati molto interessanti come spiegato dall’esperto di intelligenza artificiale Thomas Smith.

Certo, non è un computer qualsiasi ad essere stato impiegato: i supercomputer sono delle macchine straordinarie che possono elaborare una quantità immensa di dati in breve tempo rispetto a quanto sarebbe necessario investirne con computer più tradizionali, e in questo specifico caso Summit è il secondo computer più veloce al mondo.

Il supercomputer aiuterà a prevedere i meccanismi d’azione del Coronavirus

In appena più che 2 settimane, Summit è riuscito a processare e analizzare 2 miliardi e mezzo di combinazioni genetiche, portando alla scoperta che esiste una molecola, la bradichinina, che potrebbe avere molto a che fare con i meccanismi tipici dell’infezione da Covid e spiegarne meglio l’insorgenza della sintomatologia, sia quella più lieve che quella più grave. Normalmente la bradichinina svolge ruolo di regolatore della pressione sanguigna, e l’interferenza del Coronavirus con la produzione può spiegare molto sull’arrivo di problemi cardiovascolari in alcuni pazienti, inclusi ictus e infiammazione della pelle in varie parti del corpo.

La scoperta di questa interazione potrebbe dunque aprire le porte a previsioni più precise del comportamento del nuovo virus, oltre a permetterci di studiare terapie più efficaci e sicure.

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Pubblicato da
Monica Palmisano