Stando ai dati raccolti, ma non ancora pubblicati, Amazon avrebbe monitorato in modo costante le attività all’interno dei magazzini; inoltre, grazie ai Social Network il controllo sui lavoratori si sarebbe esteso anche al di fuori delle ore di lavoro. La compagnia avrebbe monitorato anche eventuali eventi come scioperi e distribuzione di volantini, prendendo nota dei partecipanti e del tasso di affluenza.
È noto da tempo l’avversione di Amazon nei confronti delle organizzazioni sindacali ma stando alle recenti scoperte il leader dell’ecomerce avrebbe addirittura assoldato l’agenzia investigativa Pinkerton. La Pinkerotn è diventata famosa agli inizi del Novecento per le sue infiltrazioni nei gruppi sindacali al fine di intimidire i lavoratori e limitarne l’adesione.
Amazon ovviamente smentisce tutto dichiarando: “Abbiamo collaborazioni commerciali con aziende specializzate per motivi più disparati, ma non utilizziamo i nostri partner per raccogliere informazioni sul personale. Tutte le attività che intraprendiamo sono pienamente in linea con le leggi locali sono condotte con il supporto delle autorità locali“. Dichiarazioni doverose ma che lasciano comunque più di qualche dubbio proprio in virtù di una linea aziendale sempre avversa alle rimostranze dei propri lavoratori.