L’apocalisse è un concetto che da sempre porta l’uomo a porsi nuove domande. La ragione di questa ricerca continua, anche negli ultimi anni, in ogni parte del mondo, sono le decine e decine profezie e teorie che girano da tempo. Ne esistono di più o meno interessanti.
Si sente spesso parlare di profezie teorizzate già da diverse centinaia di anni, specialmente sul web. Tra le più conosciute, troviamo quella dei Maya, noti per il famosissimo 12/12/2012. Inoltre, contenuta all’interno del libro della Genesi, è presente la profezia di Ezechiele.
Queste profezie hanno fatto un notevole clamore nelle ultimi tempi, in seguito a tutti gli sfortunati eventi che stanno gradualmente distruggendo il nostro pianeta. Tra scioglimento dei ghiacciai, la foresta amazzonica che brucia e il Covid, infatti, si è subito pensato ad un’imminente apocalisse.
Apocalisse: ecco perché non bisogna credere a queste profezie
L’unico scopo delle profezie, esattamente come per le fake news, è di diffondere ansia e panico tra i cittadini di tutto il mondo. Per ciò che riguarda la profezia dei Maya, infatti, si stava parlando di una seconda fine del mondo nel mese di Giugno. In seguito però, è stato chiarito che la questione è partita del tweet di uno studente filippino che aveva semplicemente fatto male i calcoli.
Per quanto riguarda la profezia di Ezechiele, invece, la teoria sarebbe che, avvistare dei pesci nel Mar Morto, significherebbe che la fine del mondo è vicina. Lo scatto che lo testimonia, è stato attribuito a un reporter israeliano, Noam Bedein. Considerato il luogo, però, è difficile credere ad un’immagine che si presenta molto sgranata.