Il Canada sta lavorando con l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) – gruppo di 37 paesi sviluppati, inclusi gli Stati Uniti. L’obiettivo è sviluppare un approccio coordinato entro la metà del 2021 affinché le piattaforme digitali paghino la loro quota di tasse. L’ormai ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha minacciato ritorsioni contro qualsiasi tentativo di imporre tale tassazione per Google e altre aziende statunitensi.
La decisione dell’amministrazione canadese è stata annunciata lunedì dal ministro delle finanze Chrystia Freeland, che ha anche aggiornato i legislatori sugli impatti economici del Covid-19
. “Vogliamo un sistema fiscale equo, in cui tutti paghino la loro quota. Il Canada agirà unilateralmente, se necessario, per applicare una tassa sulle grandi multinazionali digitali. Quindi pagheranno la loro quota proprio come qualsiasi altra società che opera in Canada”. Le tasse previste in tal caso potrebbero partire da un minimo di 2 miliardi.Freeland ha affermato nella dichiarazione che i fornitori con sede all’estero dovranno iniziare a pagare le tasse sulle vendite di prodotti o servizi digitali come “app mobili, videogiochi online e streaming di video e musica” indipendentemente dal fatto che abbiano una sede fisica. Si stima che ci sarà un aumento delle entrate federali di 1,2 miliardi in cinque anni a partire dal 2021-22. Uno studio del 2019 stima che più di 30.000 unità abitative in Canada sono per alloggi in affitto a breve termine. Le accuse dunque riguardano Google, Facebook e Amazon, ma anche servizi come Airbnb.