I due giganti, Google e Amazon, potrebbero comunicare i dati dei loro utenti al fisco. Per sorvegliare l’evasione di chi guadagna attraverso il web, l’Europa trasformerebbe quindi i colossi del web in «collaboratori fiscali». Potrebbero patire lo stop all’accesso al mercato coloro che non si adegueranno. È quanto traspare dalla revisione della Direttiva sulla cooperazione amministrativa (Dac7) come proposta a luglio dalla Commissione europea e approvata l’1 dicembre dai ministri delle Finanze dei Paesi dell’Unione europea.
Si è detto «soddisfatto per l’accordo Ecofin sulla Direttiva Dac7, il ministro dell’Economia e delle finanze italiano Roberto Gualtieri. Più scambio di informazioni e trasparenza sui redditi prodotti con l’intermediazione delle piattaforme digitali e più cooperazione tra autorità fiscali europee. Un importante passo avanti contro evasione ed elusione fiscale», ha scritto su Twitter.
Via libera, quindi, alla proposta di Direttiva della Commissione europea, in merito allo scambio informazioni di carattere fiscale all’interno dell’Eurozona. Rafforza le regole di trasparenza fiscale della Ue, la nuova direttiva sulla cooperazione amministrativa
, estendendo le procedure di scambio automatico di informazioni fiscali anche ai gestori delle piattaforme digitali.La Direttiva ha implicazioni importanti perché, oltre a Google e Amazon, anche Facebook, Instagram, Airbnb dovranno informare il fisco sull’identità di chi si arricchisce attraverso le proprie piattaforme. La Dac7 garantirà che le amministrazioni fiscali ottengano in via automatica le informazioni sulle transazioni effettuate dagli utenti negli stati membri: i dati serviranno per contrastare evasione Iva, dazi e imposte sul reddito.
Le piattaforme situate all’esterno della Ue dovranno registrarsi in uno Stato membro e dovranno inviare le informazioni a quest’ultimo (che le condividerà con gli altri stati membri). Arriveranno perciò pesanti sanzioni graduali in caso di mancato rispetto delle regole da parte delle piattaforme; fino alla sanzione massima che sarà la sospensione di accesso al mercato.