Il Mare di Ross è una profonda baia situata in Antartide che per metà si trova costantemente coperta da una spessa coltre di ghiaccio detta Barriera di Ross. Da cinque anni gli scienziati hanno notato che le acque di questo mare antartico mostrano un considerevole aumento della loro salinità. Ma finora, nessuno ha mai capito davvero quale sia la causa di tale fenomeno. Oggi, una ricerca tutta italiana svela questo mistero.
Lo studio in questione appare sulle pagine della prestigiosa rivista scientifica Nature Geoscience. A partecipare alla ricerca sono stati scienziati dell’Università Parthenope di Napoli e dell’Università Politecnica delle Marche. Essi hanno finalmente chiarito le cause dell’aumento della salinità in Antartide e, in particolare, nel Mare di Ross. In particolare sarebbe un’anomalia climatica a determinare un aumento della concentrazione di sale nelle acque antartiche. Anomalia cominciata con il Super El Nilo del 2015 e proseguita poi negli anni successivi con un significativo indebolimento dei venti che trasportano nel mare di Ross acqua dolce dall’Antartide Occidentale.
Gli scienziati sostengono che l’aumento del volume della massa d’acqua super salata potrebbe contribuire all’innalzamento del livello dell’oceano. La conseguenza sicuramente più grave per tutta l’umanità. L’acqua salata che si trova sul fondo del Mare di Ross si muove, mescolandosi con un’altra massa d’acqua con la quale forma le acque più dense e profonde del pianeta, le Antarctic Bottom Water. Queste ultime, fanno parte di un circuito che, negli oceani, è coinvolto nella distribuzione di calore, anidride carbonica e muove le correnti. Sicuramente il fenomeno del Super El Nilo del 2015 ha avuto un effetto a cascata. Un effetto le cui conseguenze sono ancora oggi riscontrabili nei maggiori livelli di salinità delle acque antartiche.