Il suicidio dei minori, dopo i disturbi neuropsichici, è un fenomeno in netta crescita nell’ultimo periodo (causato anche dall’arrivo di challenge pericolose sul web). Nel mese di febbraio del 2020 è stato effettuato un documentario chiamato: “Come stanno i ragazzi”, durante il quale sono stati intervistati medici, esperti e giovani che hanno effettuato un percorso di guarigione.
Nel 2018 i pazienti di neuropsichiatria infantile superavano i 500mila: vi erano ragazzi di ogni classe sociale, con contesti familiari molto particolari, affetti da depressioni, attacchi di panico e crisi di angoscia di fronte alle loro sfide quotidiane.
“Questo documentario è nato un anno e mezzo fa in un lavoro che stavamo facendo con alcuni colleghi giornalisti a Padova, in cui, chiacchierando con i medici mentre eravamo dentro alla pediatria dell’Ospedale civile di Padova, che tra l’altro è una delle realtà più avanzate in Italia, ci siamo accorti che un numero grandissimo dei pazienti della psichiatria in quel momento erano tutti tentati suicidi. O comunque dei ragazzi che si erano fatti molto male in qualche modo. Abbiamo scoperto che il suicidio è la seconda causa di morte tra gli adolescenti”
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“Quello che viene fuori è che sono ragazzi carichi di aspettative enormi. Sicuramente è una società che bombarda con messaggi contrastanti e da una parte spinge questi ragazzi ad un’idea di successo enorme, di diventare il prossimo Mark Zuckerberg, di fare un sacco di soldi, dall’altra manda un messaggio molto negativo sul futuro”.
Per non parlare delle challenge pericolose che si sono diffuse nell’ultimo periodo e che hanno portato sempre più bambini e ragazzi al suicidio. Questo strano gioco aveva già avuto i suoi pericolosi effetti con la Blue Whale, ma come se non bastasse nel 2020 ha fatto ritorno con una sfida molto simile che prende il nome di Jonathan Galindo. Attraverso quest’ultima un gruppo di persone più o meno diffuso si nasconde dietro a un volto malvagio pronte ad intimorire minori attraverso delle minacce. Molti, spinti dalla voglia di fare di più, di vincere la sfida, giungono così alla morte.