Biodiesel è un termine che si riferisce ad un biocombustibile ottenuto da fonti rinnovabili quali oli vegetali e grassi animali, analogo al gasolio derivato dal petrolio. Sembra però che sia possibile ottenere biodiesel anche da fonti diverse da quelle comunemente considerate. Tra queste rientrano la carta ed il cartone di scarto che, grazie all’attività di un microrganismo, possono essere convertiti in composti precursori del biodiesel.
A dimostrarlo è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica GCB Bioenergy da un tema di ricercatori del Clean Energy Research Center del KIST. Per ottenere biodiesel dalla carta e dal cartone di scarto, gli scienziati coreani hanno utilizzato un microrganismo. Quest’ultimo ha consentito loro di produrre alcuni composti con i quali si può produrre proprio il biodiesel utilizzando biomasse lignocellulosiche proprio come il cartone e la carta straccia. La biomassa lignocellulosica è piuttosto economica e sostenibile e può essere convertita convenientemente in un carburante utile, ad esempio, per i trasporti, grazie a processi metabolici messi in atto da microbi.
Il microrganismo utilizzato nello specifico dai ricercatori coreani nel loro studio si caratterizza per una resa doppia rispetto a quella ottenibile da altri microrganismi. In particolare, il microbo scelto in questo lavoro metabolizza efficacemente due zuccheri: glucosio e xilosio. In questo modo, il biodiesel che si ottiene grazie ai processi metabolici microbici ha davvero prestazioni notevoli. Inoltre, consente anche di ridurre significativamente le emissioni di gas serra e di polveri sottili. Aspetti questi ultimi che agiscono negativamente sulla salute dell’ambiente. Dunque, quella degli scienziati coreani è sicuramente una tecnologia di base che potrebbe migliorare in modo considerevole l’efficienza economica della produzione di biocombustibile.