Il paragone con un ragno avviene proprio in virtù della somiglianza nella produzione di queste “ragnatele”; queste gli forniscono la capacita di produrre strutture reticolari che gli consentono lo spostamento sulle zone già “stampate” per la realizzazione delle parti mancanti; il tutto, da sottolineare, senza l’ausilio di alcun supporto esterno. Per riuscire a realizzare il proprio progetto i ricercatori sono stati finanziati dal programma Alma Idea dell’Università di Bologna.
A spiegare il progetto c’ha pensato Michele Palermo, ricercatore del Dipartimento di ingegneria civile, chimica, ambientale e dei materiali presso l’Università di Bologna. Queste le sue parole: “Quello che abbino messo a punto è un sistema mobile e flessibile adatto per stampare oggetti tridimensionali di qualsiasi geometria, con dimensioni anche molto superiori a quelle della stampante stesse. Si tratta di una tecnologia che si presta a qualsiasi materiale adatto alla stampa 3D: metalli, polimeri, materiale cementizio“.
L’idea dietro il progetto è quella di sviluppare tutte le potenzialità della stampa 3D, dei metalli, che, tra le nuove tecnologie, è forse la meno considerata. Tuttavia questo progetto potrebbe aprire la strada a nuove applicazione della stampa in 3D che potrebbe essere utilizzata anche per le costruzioni edili.