Le batterie sono probabilmente tra le fonti di energia che necessitano di maggiormente di un skip evolutivo; sono infatti ancora troppo legate all’utilizzo del litio, attualmente la principale fonte di energia utilizzata. Tuttavia sono sempre di più le sperimentazioni che tentano di abbandonare il metallo alcalino in favore di materiali più performanti.
Tra le varie ricerche le più interessanti sembrerebbero quelle che tentano di utilizzare il grafene, che si conferma un materiale dalle mille possibili applicazioni. Un’altra possibilità data dalla ricerca scientifica si concentra invece sull’utilizzo delle scorie radioattive come fonte di energia per la creazione di nuovi tipi di batterie. Andiamo dunque a scoprire le nuove frontiere della ricerca sui nuovi materiali impiegabili per la creazione di batterie.
Batterie: le nuove frontiere sono il grafene e le scorie nucleari
Tra le ricerche più promettenti sull’impiego del grafene nella creazione di batterie bisogna di sicuro annoverare quella condotta dall’University of Central Florida. Il prototipo sarebbe in grado di sopportare oltre 30 mila cicli di ricarica mantenendo un’integrità del 100%; inoltre un normale ciclo dovrebbe durare circa una settimana e i tempi di ricarica sarebbero ridotti a pochi secondi. Un tecnologia questa che, se messa in commercio, provocherebbe una grande rivoluzione in tanti ambiti, uno su tutti quello degli smartphone.
Un’altra ricerca , condotta sta volta dall’Università di Bristol, sta tentando di utilizzare materiale radioattivo e diamanti artificiali per creare delle celle di immagazzinamento. Si potrebbe, in questo modo, dare nuova vita a materiali, ci riferiamo alle scorie, fino ad oggi fonte esclusiva di problemi nella gestione dello smaltimento.