Le truffe online non accennano a diminuire e i malviventi trovano continuamente modi nuovi per sottrarre indebitamente il denaro degli utenti. L’ultima, macabra, trovata è quella che riguarda i cosiddetti “coronacoin“, una criptovaluta legata all’andamento della pandemia. Il valore del coronacoin infatti subisce delle fluttuazioni con l’aumentare delle vittime come ammesso dagli stessi ideatori della criptovaluta.
A segnalare l’attività un esposto della Consob alla procura di Roma dello scorso marzo che ha fatto contestualmente partire un’inchiesta. Il sistema fraudolento funzionava attraverso l’assegnazione di una singola unità della valuta a ciascun abitante del pianeta; ad ogni morte il numero di “token” disponibili diminuiva, facendone così aumentare il valore.
Truffe online: la frode dei coroncaoin
A spiegare il funzionamento della criptovaluta la stessa pagina web dedicata specificando come il conteggio venisse aggiornato ogni 48 ore. A detta degli ideatori il coronacoin: “È la prima e unica moneta supportata dalla prova di morte, basata su statistiche dell’Organizzazione mondiale della sanità“. Inoltre il sito web legato all’iniziativa sottolineava come: “Il 20% dei fondi ricavati dalla vendita delle monete virtuali sarà donato alla Croce Rossa“.
Un’inziativa all’apparenza nobile, peccato la stessa organizzazione abbia smentito ogni tipo di accordo legato alla moneta virtuale. A guidare l’inchiesta per “truffa aggravata ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria e creditizia” su questi coronacoin il Pm Maurizio Arcuri mentre la Polizia Postale ha prontamente oscurato entrambi i siti in cui era possibile l’attività speculativa. Per riuscire ad identificare gli ideatori delle due pagine web però, agendo queste su un server americano, bisognerebbe effettuare una rogatoria internazionale il cui esito non può essere scontato.