L’ondata di Covid-19 post-estate continua a preoccupare l’intero pianeta, tanto da spingere molteplici aziende ad apportare modifiche ai propri servizi al fine di evitare la diffusione del virus. Fra queste è presente anche Google, la quale di recente ha introdotto all’interno di Maps alcune novità molto importanti in termini di contenimento del Coronavirus.
Le restrizione imposte nei vari paesi del mondo, sembrano purtroppo non bastare. Il Covid-19, di fatto, continua a diffondersi in maniera indisturbata, colpendo giorno dopo giorno centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo. Scopriamo dunque di seguito le nuove misure di prevenzione adottate da Google.
Google Maps: rilasciato un nuovo aggiornamento per contrastare la diffusione di Covid-19
Con il nuovo aggiornamento di Goole Maps, il colosso della Mountain View ha attivato ufficialmente un nuovo livello di visualizzazione che, di fatto, permette di controllare in tempo reale il numero di contagi per nazione o per singola regione. Per attivare questa nuova funzionalità gli utenti non dovranno far altro che cliccare sul tasto relativo alla gestione della mappa e selezionare la nuova interfaccia “Informazioni sul COVID-19”.
In base alla propria posizione, ogni zona circostante sarà contrassegnata da uno dei tre colori assegnati in base alla criticità della situazione Covid-19, ovvero giallo, arancione e rosso. Ecco quindi di seguito quanto affermato di recente da Google:
“Questi dati cambiano rapidamente e potrebbero non rappresentare alcuni casi ancora in fase di segnalazione. Per alcune aree geografiche potrebbero non essere disponibili dati poiché le autorità locali non li hanno pubblicati o non l’hanno fatto di recente. Poiché la disponibilità dei dati varia a seconda della località, gli intervalli di date relativi ai dati di 14 giorni possono iniziare in giorni diversi.
I conteggi totali includono sia i casi confermati sia i casi probabili in alcune località. I casi probabili vengono identificati da funzionari della sanità pubblica e vengono usati i criteri sviluppati da autorità di governo. I dati provengono da Wikipedia, dai Ministeri della Salute dei vari paesi, dal New York Times e da altre fonti autorevoli, a seconda dell’attribuzione“.