Avere un conto corrente, ormai, rappresenta un passaggio basilare per la gestione del proprio denaro. Ultimamente, anche il Governo sta provvedendo ad incentivare la creazione di un conto corrente anche per chi non ne abbia ancora uno, per poter usufruire dei vantaggi del “cashback”. Lo strumento in questione, attivabile attraverso l’app IO (l’applicazione per gestire i rapporti con le pubbliche amministrazioni), può essere configurato attraverso le proprie credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o anche tramite CIE (Carta d’Identità Elettronica).
Ma in realtà, non sempre rappresenta una scelta saggia tenere soldi fermi depositati sul conto corrente. Sicuramente meglio che averli in contanti, che comunque sarebbero soggetti all’inflazione, ma bisognerebbe attuare delle strategie per far fruttare comunque il denaro anche da lì.
Si è stimato che su una somma depositata di mille euro, su un normale conto corrente, più di 100 euro all’anno vengano sottratti di tasse e imposte.
Il denaro è infatti soggetto non solo all’inflazione, che inevitabilmente gli fa perdere valore (su questo non si può agire), ma anche all’imposta di bollo annuale di 34,20 – la cui abolizione è stata proposta nella prossima Legge di Bilancio – oltre che ai tassi d’interesse sulle somme presenti.
A questo, si aggiunge il mancato guadagno che invece deriverebbe dall’investimento di quel denaro, che rappresenta una delle poche soluzioni concrete all’inesorabile perdita di valore e diminuzione del deposito sul conto.
Pertanto sarebbe bene affidarsi ad uno dei propri consulenti finanziari e valutare eventuali creazioni di libretti di risparmio per far fruttare quel denaro anche da fermo.