Se dovessimo pensare ad un’annata che si presta davvero bene a congetture su una possibile fine del mondo nel Ventunesimo secolo, senza troppi dubbi il 2020 sarebbe la prima della lista.
Già da gennaio le prime avvisaglie dal mondo, con le tensioni politiche che hanno animato le paure su un potenziale scontro armato fra USA e Iran, nonché gli incendi indomabili in Australia e Siberia: uno scenario pre-apocalittico in evoluzione, e ancora non sapevamo che di lì a qualche mese ci saremmo ritrovati del tutto impreparati a dover affrontare una nuova minaccia, il Sars-CoV-2, che ha scatenato la pandemia da Covid-19.
Di suggestioni, su questi fatti, se ne potrebbero produrre a centinaia per supportare eventuali teorie sull’imminente apocalisse. A completare il quadro, gli stessi interpreti delle profezie Maya sono tornati a vaticinare correggendo la data della fine del mondo dal 21 dicembre 2012 al 21 giugno 2020 (ma ormai, almeno a questi, sembra non crederci più nessuno).
Cosa induce le persone a credere che vi sia concretamente la possibilità che simili eventi risultino segnali inequivocabili di questa tanto millantata apocalisse?
Di sicuro, nel corso della propria storia, l’uomo ha sempre cercato spiegazioni “più alte” agli eventi che gli si paravano dinanzi, andando finanche a scomodare eventuali divinità che avevano potere sugli elementi della natura, e che potevano decidere di fare il bello e il cattivo tempo a seconda dei tributi e della devozione che l’uomo andava a offrirgli. Con l’evoluzione e le scoperte che sono state fatte in ambito scientifico, l’uomo ha cominciato ad acquisire una certa confidenza con il mondo circostante, comprendendo i meccanismi alla base della propria esistenza e ponendosi le giuste domande sulle origini di tutto ciò che possiamo percepire.
Ma alcune mistificazioni sono dure a morire: quasi fosse consolatorio rimettersi alle decisioni di un qualcosa che stia al di sopra della nostra volontà, per riaffermare l’ineluttabilità degli eventi e talvolta sentirsi giustificati nel restare inermi ad attendere che l’apocalisse si verifichi.
Ma la verità è che la fine del mondo prima o poi arriverà sul serio, e non certo per gli eventi che si sono susseguiti in questo anno: arriverà per il continuo aumento delle temperature, per le politiche scellerate di deforestazione, per la compromissione degli ecosistemi e per la mancata salvaguardia della biodiversità esistente sul nostro meraviglioso Pianeta.
Queste sono le cause che realmente ci porteranno al tracollo, e su cui siamo – benché estremamente in ritardo – ancora in potere di intervenire. Ma finché continueremo a dare importanza alle cose sbagliate, non riusciremo a impedire la morte del nostro mondo.