I fiordi sono braccia di mare che si insinuano nelle coste anche per vari chilometri inondando antiche valli glaciali. Nella Patagonia cilena, sono da sempre considerati località remote ed incontaminate prive di qualsiasi forma di inquinamento. Oggi, però, alla luce delle più recenti osservazioni, bisognerà rivedere questo assunto poiché anche nei fiordi della Patagonia cilena alcuni scienziati hanno individuato la presenza di microplastiche.
A renderlo noto è uno studio pubblicato sulle pagine della rivista scientifica Marine Pollution Bulletin condotto da ricercatori dell’Universidad de Concepción. Per giungere a tale conclusione, gli studiosi hanno analizzato campioni di acqua prelevati dai fiordi della Patagonia cilena. Al termine delle loro analisi essi hanno concluso che anche in queste aree marine così remote si trovano livelli abbastanza considerevoli di microplastiche. Si tratta ormai di un fenomeno di inquinamento globale, considerando che sono state trovate microplastiche anche sulla cima del monte Everest.
Microplastiche: invisibili o quasi, ma incredibilmente pericolose
Le microplastiche sono quei minuscoli pezzettini di plastica lunghi pochi millimetri che, se ingerite, possono essere causa di numerosi problemi per la salute. Con il passare del tempo, il processo di smembramento fa diventare questi pezzettini sempre più piccoli fino a quando diventano invisibili. E proprio quando si arriva a questo punto che la pericolosità aumenta poiché anche se invisibili, continuano comunque a creare il danno inquinante. I ricercatori hanno individuato le microplastiche presenti nelle acque dei fiordi della Patagonia cilena grazie a dei campioni raccolti durante una spedizione, a bordo di una nave scientifica, durata cinque giorni. Essi hanno potuto osservare, con molto rammarico, che in tutti i 30 campioni analizzati vi erano microplastiche.
Dunque questa situazione ci fa capire sempre più come le attività umane siano la causa della inesorabile e continua distruzione dell’ambiente naturale. Dovremmo limitare la produzione di plastiche che, accumulandosi nell’ambiente, non fanno altro che danneggiarlo con conseguenze davvero drammatiche tanto per flora quanto per la fauna.