Da quasi un anno il diffondersi dell’epidemia legata al Coronavirus ha messo praticamente in ginocchio numerose aziende e anche i lavoratori autonomi. A causa di questa situazione, infatti, in molti si sono visti costretti a chiudere le proprie attività e alcune aziende hanno invece invitato i propri dipendenti a lavorare da casa in smart working per ridurre gli assembramenti. Per tutti questi motivi, sembra che anche il colosso di Mountain View abbia deciso di seguire questa strada. Secondo quanto è emerso in queste ore, anche Google ha deciso di posticipare il rientro dei suoi dipendenti in ufficio al prossimo mese di settembre.
Rientro in ufficio posticipato a settembre per i dipendenti di Google
Lo smart working è diventato ormai molto utilizzato dalla maggior parte delle aziende e delle varie istituzioni a causa del Coronavirus. Si pensi ad esempio alle scuole e agli istituti superiori, dove la didattica a distanza si è resa pressoché necessaria e indispensabile quest’anno. Come già accennato, anche Google ha optato per questa soluzione per i suoi dipendenti. Secondo quanto dichiarato da Sundar Pichai (ovvero l’amministratore delegato della società) per il New York Times, il rientro in ufficio dei suoi dipendenti è stato posticipato a settembre 2021, ovvero due mesi dopo la data che era stata stabilita in precedenza.
Oltre a questo, il CEO del colosso di Mountain View ha pensato ad un nuovo modello di lavoro per i suoi dipendenti. Si parla infatti di una “settimana lavorativa flessibile” in cui tre giorni a settimana (denominati “giorni collaborativi”) sarà necessario recarsi in ufficio a lavorare. I restanti giorni, invece, si potrà effettuare lo smart working da casa. Al momento si tratta comunque di una ipotesi, ma si spera che possa portare degli effetti positivi. Sundar Pichai ha infatti dichiarato: “Stiamo testando l’ipotesi che un modello di lavoro flessibile possa portare a una maggiore produttività, collaborazione e benessere.”