Chang’e 5 è il nome con il quale si fa riferimento ad una missione cinese di esplorazione lunare robotica. Questa missione consiste, fondamentalmente, in un lander ed un veicolo che dovranno lavorare in maniera coordinata per riportare sulla Terra i campioni lunari raccolti. Proprio qualche giorno fa, Chang’e 5 ha concluso la raccolta di campioni di rocce lunari che consegnerà al veicolo in orbita che tra qualche giorno giungerà sulla Terra.
Così, la missione cinese Chang’e 5 si prepara a riportare a Terra i primi campioni di rocce lunari a distanza di 44 anni. Inoltre, un radioamatore si occuperà della registrazione dei segnali del decollo dal suolo lunare. La sonda, decollata dall’Oceanum Procellarum, ha raggiunto l’orbita della Luna circa sei minuti più tardi. Adesso, però, il veicolo dovrà incontrare la sonda mentre quest’ultima orbita intorno alla Luna per poi trasferire il suo prezioso carico sulla capsula destinata a tornare a Terra.
Chang’e 5 prevede che i due veicoli robotici inizino ad agganciarsi nell’orbita lunare. Questa manovra dovrà avvenire in maniera assolutamente automatica a causa del ritardo nella comunicazione dovuto alla distanza di circa 380.000 km tra la Terra e la Luna. La manovra di aggancio dei due veicoli richiederà all’incirca tre ore e mezza. Se tutto andrà come previsto, la capsula che contiene i campioni di roccia provenienti dalla Luna, dovrebbe rientrare nell’atmosfera terrestre e giungere sul suolo della Mongolia interna proprio in questi giorni.
La missione cinese Chang’e 5 rappresenterà dunque la prima missione, dal 1976, in cui una sonda riporta a Terra campioni lunari. Il 1976, infatti, è l’anno in cui la missione Luna 24 dell’Unione Sovietica aveva fatto qualcosa di simile a Chang’e 5. Non ci resta che aspettare per scoprire se anche la missione cinese ha portato a buon fine questa impresa.