Tutto è nato da un’indagine della società di ricerca Loudhouse di Londra commissionata da Western Digital, la quale ha controllato online l’opinione di 6,084 cittadini di Regno Unito, Francia, Germania, Russia, Italia, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita sul loro livello di comprensione e sulla loro percezione rispetto all’intelligenza artificiale.
I risultati sono risultati a dir poco sconvolgenti. L’Italia si è posizionata al vertice in tema di consapevolezza con il 91% degli intervistati che ha dichiarato di conoscere l’intelligenza artificiale per la casa e l’87% quelle per le smart city. Rispetto a Regno Unito (79% per smart home e 76% per smart city) e Medio Oriente (87% complessivamente). Solo il 22% del campione nazionale riconosce di avere realmente un buon livello di conoscenza dell’Intelligenza Artificiale: ma in quanti la conoscono davvero?
Non finisce qui, perché il 29% non si fida delle organizzazioni per mantenere i propri dati al sicuro.
Gli studi hanno per giunta estrapolato la verità su quale intelligenza artificiale venga ricercata maggiormente. Questi sono i risultati: Videocamere di sicurezza (36%), servizi di intrattenimento in streaming (35%) e controlli per illuminazione e riscaldamento
(35%), sul versante casa. Per quanto riguarda la città invece troviamo: le colonnine di ricarica per i veicoli elettrici (39%), i veicoli senza conducente (38%) e le videocamere di sorveglianza (37%).«I prossimi anni dovrebbero essere stimolanti per i fornitori di tecnologia intelligente. Il mercato sta crescendo, i consumatori si aspettano novità, ma una mancanza di conoscenza delle infrastrutture di tecnologia intelligente minaccia questo progresso e i vantaggi che ne deriveranno», sottolinea Davide Villa, business development director per l’area EMEAI di Western Digital.
Ovviamente con il mercato dell’intelligenza artificiale cresce anche il timore per i rischi legati alla cyber security e alla violazione della privacy. «Lo storage a livello locale e la crittografia possono giocare un ruolo chiave nel ridurre questo gap di conoscenza. Educare i cittadini verso soluzioni come i dispositivi di storage a livello consumer consentirà di restituire loro il controllo sui dati provenienti dalle tecnologie intelligenti a livello domestico. Inoltre, l’implementazione della giusta infrastruttura di storage e tecnologia e la conseguente educazione su questi temi aiuterà i consumatori a percepire una maggiore sicurezza delle loro informazioni e a rimuovere ogni perplessità verso queste nuove tecnologie», conclude Villa.