Possiamo trovare forme di vita praticamente ovunque, in qualsiasi ambiente e a qualsiasi condizione atmosferica. Adesso, più che mai, ne abbiamo la certezza. Infatti, alcuni scienziati hanno rinvenuto la presenza di microbi anche a 1000 metri sotto il fondale oceanico dove le temperature possono raggiungere valori anche di 120°C.
A dimostrarlo è uno studio pubblicato sulle pagine della autorevole rivista Science. La ricerca in questione riporta la firma di un team di scienziati dell’Università del Rhode Island coordinato da Arthur Spivack. Per giungere a questa scoperta, gli studiosi hanno eseguito una spedizione nei pressi della fossa di Nankai, al largo della costa giapponese. In questa occasione, mediante una nave munita di apposite strumentazioni, i ricercatori hanno perforato per oltre 1000 metri il fondale oceanico. Addirittura essi hanno raggiunto ambienti caratterizzati da temperature che raggiungevano anche i 120°C. Proprio in tali condizioni, apparentemente inospitali, gli scienziati hanno scoperto l’esistenza di alcune forme di vita.
Nello specifico, si tratta di microrganismi in grado di utilizzare il materiale organico presente nel sedimento del fondale oceanico per sopravvivere. Dunque, mentre prima questo habitat si considerava completamente inospitale, oggi si è certi che non è così. Inoltre, gli stessi scienziati hanno scoperto che vi sono ampi intervalli di profondità che sono quasi privi di vita. Infatti, vi sono zone dove la densità di forme di vita microbica crolla e altre, come quelle dove le temperature superano i 100°C in cui, al contrario, la popolazione microbica prosperava. Si tratta di una scoperta interessante che dimostra come la vita possa svilupparsi anche in condizioni apparentemente inospitali. Ma come spesso accade in questi casi, gli scienziati adesso si chiedono: considerate le condizioni estreme in cui è stata trovata la vita sul fondale oceanico, può esistere la vita su altri pianeti?