Indipendentemente dal vostro livello di attenzione, quando si naviga in internet è necessaria la massima concentrazione. Perché vi diciamo questo? Ad oggi sono risultate più di 28 estensioni infette e pericolose per i browser Google Chrome e Edge. Fortunatamente il danno è emerso grazie all’Avast, il quale ha provveduto subito con la denuncia. Nonostante la gravità della cosa, come spesso accade, si attendono ancora risposte.
Trattasi di estensioni che sfruttano il nome e la popolarità di piattaforme come Instagram, Vimeo, Facebook, Spotify, SoundCloud o addirittura di testate giornalistiche come il New York Times per rubare dati agli utenti e per indirizzarli verso pericolosi siti di phishing.
Chrome e Edge: l’elenco delle estensioni pericolose
Ma quali sono le estensioni rischiose per Chrome ed Edge? Scopriamole insieme.
- Direct Message for Instagram
- Direct Message for Instagram
- DM for Instagram
- Invisible mode for Instagram Direct Message
- Downloader for Instagram
- Instagram Download Video & Image
- App Phone for Instagram
- App Phone for Instagram
- Stories for Instagram
- Universal Video Downloader
- Universal Video Downloader
- Video Downloader for FaceBook
- Video Downloader for FaceBook
- Vimeo Video Downloader
- Vimeo Video Downloader
- Volume Controller
- Zoomer for Instagram and FaceBook
- VK UnBlock. Works fast.
- Odnoklassniki UnBlock. Works quickly.
- Upload photo to Instagram
- Spotify Music Downloader
- Stories for Instagram
- Upload photo to Instagram
- Pretty Kitty, The Cat Pet
- Video Downloader for YouTube
- SoundCloud Music Downloader
- The New York Times News
- Instagram App with Direct Message DM
Come se non bastasse, questo malware che colpisce Chrome e Edge, raccoglie anche l’ora del primo accesso, l’ora dell’ultimo accesso, il nome del dispositivo, il sistema operativo, il browser utilizzato e la sua versione.
“La nostra ipotesi è che le estensioni siano state create deliberatamente con il malware integrato, oppure l’autore abbia aspettato che le estensioni diventassero popolari per poi inviare un aggiornamento contenente il malware. Potrebbe anche darsi che l’autore abbia venduto le estensioni originali a qualcun altro dopo averle create, quindi l’acquirente ha introdotto il malware in seguito“, spiega Jan Rubín di Avast.