In Unione Sovietica la mattina del 26 aprile 1986 alle ore 1:23:45 UTC+4 presso la centrale nucleare Lenin (nell’allora Repubblica Socialista Sovietica Ucraina) ebbe luogo il famoso disastro di Černobyl’: un incidente nucleare che sprigionò un numero esagerato di radiazioni. Ad oggi nei pressi della città tutto tace, mentre la natura in fiore sembra far piuttosto rumore. Ovviamente a distanza di anni Chernobyl attrae molti turisti, ma non abbastanza da riportare in vita la città. Ecco che quindi si pensa di rendere i resti parte del patrimonio mondiale dell’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, scienza e cultura) per incentivarla e attribuirle un ulteriore fama.
“L’area di Chernobyl è già un’attrazione famosa in tutto il mondo”, spiega all’Afp Maksym Polivko, 38 anni, guida professionista. “Purtroppo questo luogo non ha uno status ufficiale”, aggiunge, sperando in una spinta per lo “sviluppo delle infrastrutture turistiche”.
Chernobyl: l’idea di Oleksandre Tkatchenko
A lanciare la proposta troviamo il nuovo ministro della Cultura, Oleksandre Tkatchenko, in carica sei mesi dopo una vita passata in televisione. “È uno dei territori più emblematici dell’Ucraina” e va “preservato per l’umanità”, sottolinea l’uomo durante un’intervista all’Afp.
Parte della fama di Chernobyl appartiene alla miniserie americana della HBO “Chernobyl”, la quale ha attirato una nuova generazione di visitatori. Stando ai calcoli, la città aveva raggiunto nel 2019 il numero record di 124.000 turisti, contro i 72.000 dell’anno precedente. A causa del coronavirus però gli ingranaggi si sono bloccati. Le aspettative risultano essere piuttosto elevate, per questo il ministro punta ad una spiegazione a favore cercando di spiegare ai visitatori che non si tratta di una “semplice avventura in territorio proibito”.