A distanza di 34 anni la famosa zona colpita dal disastro nucleare del 26 aprile 1986 ha cambiato totalmente aspetto. Una città sommersa dal cemento e da una quantità indescrivibile di sostanze radioattive ha così ripreso vita dopo molto tempo. Difatti da quel giorno qualsiasi zona limitrofe a Chernobyl ne ha risentito in negativo. Nulla tornerà come prima, questo è certo, fortunatamente però a risollevare la città radioattiva ci pensa la natura e alcune serie tv che la “pubblicizzano”.
Nessuna esplosione nucleare riuscirà a fermare la curiosità dei turisti di tutto il mondo, anche se in questo caso risultano essere piuttosto titubanti. Proprio per tale ragione, ossia per agevolare la sua diffusione, si sta pensando di rendere i resti parte del patrimonio mondiale dell’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, scienza e cultura).
Il merito della nuova proposta va al nuovo ministro della Cultura, Oleksandre Tkatchenko, in carica sei mesi dopo una vita sotto i riflettori. “È uno dei territori più emblematici dell’Ucraina” e va “preservato per l’umanità”, sottolinea l’uomo durante un’intervista all’Afp.
Come vi abbiamo precedentemente accennato, la fama di Chernobyl è dovuta anche alla miniserie americana della HBO “Chernobyl”, la quale ha attirato una nuova generazione di visitatori. Nel 2019 la città aveva raggiunto un numero record di 124.000 turisti, contro i 72.000 dell’anno precedente. Purtroppo però il coronavirus ha bloccato il sistema di sviluppo.
Il ministro ripone in Chernobyl molta fiducia, per questo tenta ancora una volta di spiegare ai visitatori che non si tratta di una “semplice avventura in territorio proibito”.