Il dado è tratto, il consiglio di amministrazione Enel ha approvato la cessione dell’intera sua partecipazione del 50% in Open Fiber, società accasata in Australia che fornisce la fibra ottica per la connessione a internet.
Il mandato in questione prevede la possibile cessione dal 40 al 50% della quota azionaria, cosa che secondo i calcoli dovrebbe portare alle casse del colosso dell’energia la bellezza di 2,6 miliardi di euro o nel caso del 40% circa 2,1 miliardi, l’altro restante 50% è invece gestito da Cassa depositi e prestiti, cessione dunque molto caldeggiata dal Governo, il quale vedrebbe così la possibilità di una rete unificata grazie all’unione di OpenFiber con FiberCop, con quest ultima controllata da Tim.
La firma del contratto di compravendita è subordinata ad alcune condizioni, tra esse spicca l’autorizzazione al fondo, rilasciata da Open Fiber stessa, a condividere con un numero ristretto di possibili co-investitori, le informazioni utili registrate nel corso della due diligence attuata, al fine di rendere possibile la sindacazione del corrispettivo.
Un’altra e ultima condizione, in caso di cessione del 50% del capitale di Open Fiber da parte di Enel, prevede la condivisione tra Macquarie (società australiana) e Cdp Equity, della modifica di alcuni aspetti che regolamentano attualmente la governance di Open Fiber.
L’offerta ricevuta da Macquarie per acquisire la quota di Enel in Open Fiber, prevede il riconoscimento di due clausole integrative del prezzo in favore dell’azienda di energia elettrica, legate entrambe ad “eventi futuri ed incerti”, il primo è legato alla positiva conclusione del contezioso instaurato da Open Fiber nei confronti di TIM per condotta anticoncorrenziale, di cui il 75% del risarcimento ottenuto dovrà essere destinato ad Enel.