La Electronic Frontier Foundation definisce la campagna di Facebook contro Apple “ridicola”, poiché le due società tecnologiche discutono problematiche che stando a quanto dichiarato dall’azienda rischiano solo di distrarre il Governo dalle azioni legali intraprese.
A novembre, Apple ha affermato che avrebbe implementato una funzionalità chiamata App Tracking Transparency. Quest’ultima consente agli utenti di rinunciare alla raccolta e all’aggregazione dei dati tra le app. Il che influirebbe sulla capacità delle aziende di inviare pubblicità mirata. Ciò si presenterebbe sotto forma di un pop-up su iOS 14 e iPadOS 14, chiedendo agli utenti se sono d’accordo con il monitoraggio dei dati da parte di un’app.
Facebook ritiene che Apple stia fingendo di preoccuparsi per la privacy, in quanto preoccupata piuttosto di nascondere le proprie mancanze e favorire le proprie app. In risposta alle affermazioni di Facebook, Apple ha ribadito: “Gli utenti dovrebbero sapere quando i loro dati vengono raccolti e condivisi tra app e siti web. Dovrebbero avere la possibilità di consentire o meno che avvenga”.
Facebook contro Apple smentita: è solo una tattica per distrarre il Governo
Il cambiamento proposto da Apple è stato supportato da gruppi come Amnesty International e Mozilla. Ora ha il supporto dell’EFF, che ha definito i commenti di Facebook un “tentativo di distrarti dalla sua scarsa esperienza con i problemi sulla privacy“. L’azienda ha continuato affermando che Facebook ha costruito un “impero” attorno al monitoraggio dei dati gli utenti.
Facebook ha ripetutamente utilizzato l’incapacità delle piccole imprese di utilizzare la pubblicità mirata per contestare le affermazioni di Apple. “In realtà, una serie di studi ha dimostrato che la maggior parte del denaro ricavato dalla pubblicità mirata non raggiunge i creatori dei contenuti. La maggior parte del denaro extra guadagnato da annunci mirati finisce nelle tasche di questi data broker. Alcuni nomi sono molto noti, come Facebook e Google. Molti altri sono aziende di cui la maggior parte degli utenti non ha mai nemmeno sentito parlare”.