Ognuno di noi è cresciuto nella convinzione che il materiale radioattivo danneggi il nostro corpo. Nonostante questa affermazione sia del tutto vera, in realtà sono molteplici gli oggetti della nostra quotidianità che possono emettere radiazioni. Tra questi, in maniera del tutto inaspettata, vi sono anche alcuni cibi come la banana e l’avocado. Di recente, infatti, la North Carolina State University ha condotto un interessante studio, pubblicato successivamente sulla rivista Health Physics, il cui obiettivo è quello di garantire una maggiore comprensione sulla sicurezza nucleare e sui rischi delle radiazioni.
“Abbiamo condotto questo studio perché capire quanta radiazione viene emessa dagli oggetti che abbiamo nelle nostre case ci può aiutare a interpretare la relativa pericolosità in un determinato contesto” […] “Le persone devono capire come identificare i livelli di radiazioni, perché questo le potrà aiutare a prevenire situazioni di panico”.
Per analizzare e misurare i raggi gamma emessi all’interno di una abitazione, i ricercatori hanno utilizzato un misuratore portatile di radiazioni gamma, misurando queste ultime in microgray all’ora (Gy/hr). Nello studio, dunque, sono stati rilevati dei valori sorprendenti: l’Avocado, ad esempio, ha emesso 0,16 Gy/hr di radiazioni gamma, mentre una banana ne ha emessi 0,17 Gy/hr. I mattoni emettevano 0,15 Gy/hr mentre invece il rilevatore di fumo emanava 0,16 Gy/hr di radiazioni.
“Se siete sorpresi che la vostra frutta emetta radiazioni gamma, niente panico”, afferma l’università. “Il livello di regolamentazione per i lavoratori è un’esposizione di 50mila Gy/hr all’anno. Quindi i livelli di cui stiamo parlando nella vostra casa sono incredibilmente bassi”.