Il cervello degli animali complessi, tra i quali rientra anche quello dell’uomo, si caratterizza per il fatto di essere in grafo di rimuovere sostanze nocive. Ciò, ovviamente, non fa altro che proteggere lo stesso organo da quelle che potrebbero essere malattia neurodegenerative come, ad esempio, il morbo di Alzheimer o di Parkinson. Si tratta di un sistema che si attiva, per lo più, quando dormiamo e che oggi, per la prima volta, è stato filmato ad alta risoluzione.
Lo studio che descrive questo sistema di pulizia del cervello è stato pubblicato in pre-print sul sito BioRxiv. La ricerca in questione riporta la firma di un team di scienziati della Lund University (Svezia). Nello specifico, gli scienziati svedesi hanno utilizzato un tracciante fluorescente iniettato nel liquido cerebrospinale che ha poi raggiunto diverse parti del cervello di un maiale. Successivamente, il tracciante è stato ripreso al microscopio una volta distribuitosi lungo tutti i vasi sanguigni, intorno ad esse e non al loro interno. Grazie a questa metodica essi hanno ottenuto una panoramica ad altissima risoluzione dell’architettura di tutto il sistema di pulizia del cervello di un grande mammifero.
Questo articolato sistema di pulizia ha un nome ben specifico. Si chiama sistema glinfatico
e serve a prevenire le malattie e a prolungare la vita sana. Sembrerebbe che questo sistema di pulizia sia una caratteristica propria del cervello dei mammiferi più grandi e complessi. Fino a pochi anni fa le conoscenze al riguardo erano davvero molto poche. Addirittura c’era anche chi metteva in dubbio la sua stessa esistenza. Oggi, però, questo studio dei ricercatori svedesi non solo conferma l’esistenza del sistema glinfatico, ma ci fa anche capire come funziona in maniera dettagliata.Il liquido cerebrospinale, in pratica, accede al cervello attraverso lo spazio perivascolare e, letteralmente, “lava” via tutte quelle sostanze di scarto che non servono più per il funzionamento del cervello. È un processo questo che si verifica generalmente quando dormiamo. A testimoniare questa cosa è il fatto che durante le ore del sonno, questa particolare zona del cervello di espande e viene attraversata da una quantità maggiore di liquido cerebrospinale.
Questa scoperta è davvero qualcosa di molto interessante perché potrebbe rivelarsi utile anche nel contesto delle malattie neurodegenerative. In queste ultime, infatti, il processo morboso nel cervello si verifica proprio per il non corretto funzionamento del sistema glinfatico.