Da oggi sarà possibile immagazzinare l’energia solare nei mesi estivi, quando il sole troneggia alto nel cielo per poi poterla utilizzare come calore durante i mesi invernali ed autunnali quando le temperature iniziano a calare. Ciò grazie ad una struttura “metallo-organica” (MOF) che riesce proprio a fare questo.
A presentare questa struttura è uno studio pubblicato sulle pagine della autorevole rivista scientifica Chemistry of Materials. Lo studio in questione riporta la firma di un team di scienziati della Lancaster University. Nello specifico, i ricercatori britannici hanno messo a punto una struttura metallo-organica tridimensionale costituita da ioni metallici. Si tratta di una strutta in grado di assorbire l’energia solare ultravioletta immagazzinando la relativa energia per più di quattro mesi. Questa stessa energia può poi essere rilasciata sotto forma di calore ed utilizzarla come tale durante i mesi più freddi dell’anno.
È un materiale che funziona un po’ come i materiali a cambiamento di fase cioè quei materiali che a volte si utilizzano nei cosiddetti “scaldamani”. Nello specifico, gli studiosi inglesi hanno concentrato la loro attenzione soprattutto su un MOF ideato da un team dell’Università di Kyoto e conosciuto anche come DMOF1. La struttura di questo dispositivo gli consente, una volta caricato con molecole di azobenzene, di iniziare ad assorbire l’energia solare in maniera molto efficiente. Queste molecole, infatti, funzionano da “fotoswitch” cioè possono cambiare forma quando viene applicato uno stimolo esterno sotto forma di luce o calore. Una volta sottoposto alla luce ultravioletta questo materiale inizia ad immagazzinare l’energia solare come fa una molla piegata. Questa stessa energia viene poi dispiegata e dunque diffusa una volta riapplicato uno stimolo esterno.
Si tratta di un metodo che potrebbe davvero essere molto utile ad esempio nei posti dove c’è bisogno di un riscaldamento suppletivo durante i mesi più freddi dell’anno.