La rivoluzione della connettività potrebbe essere alle porte. Il genio visionario Elon Musk, creatore di SpaceX e Tesla, tra le altre cose, sta predisponendo un piano per creare una rete di satelliti attorno alla Terra e provvedere alla connessione internet in qualsiasi punto del pianeta.
Il progetto, che prende il nome di Starlink, avrebbe già ottenuto l’approvazione dell’Autorità di Regolazione Statunitense (FCC) per il lancio dei primi 8mila su 40mila satelliti totali, che provvederanno a fornire un sistema internet a banda larga con bassa latenza.
I satelliti viaggeranno nella bassa orbita terrestre: ognuno ha il peso di soli 260 kg ed è caratterizzato da un design a pannelli compatto e ottimizzato per minimizzare il volume preservando comunque altissime prestazioni. Ognuno sarà immesso in orbita tramite lanci dei razzi Falcon 9, prodotti dalla stessa azienda.
Nel giro di appena 8 anni la rete dovrebbe essere pronta e funzionante. Lo scopo sarebbe quello di consentire una connessione ad internet anche dai luoghi più remoti del nostro pianeta, agevolando così non solo le aziende che intenderanno fruire del servizio in mancanza della connessione “terrestre”, ma anche tutti quegli enti di ricerca che esplorano zone estreme e isolate per verificare l’avanzamento della crisi climatica, scoprire nuove informazioni sull’evoluzione del Sistema Solare o prevedere eventuali catastrofi.
Per fruire della connessione, basterà dotarsi dell’apposita parabola: in questo modo ci si collegherà alla costellazione di satelliti e si avrà accesso alla rete da essi provvista.
Attualmente è già partita la fase di beta testing per i primi 900 satelliti, e ad essere coinvolti sono alcuni cittadini statunitensi che stanno fornendo preziosissimi feedback sul funzionamento della connessione. Secondo i piani, si dovrebbe raggiungere 1 Gbps. In questo frangente è normale che si attestino dei problemi nella connessione o una bassa velocità – fino ad ora si parla di circa 50-150 Mbps e 20-40 ms di latenza – ma non appena la connessione risulterà operativa a tutti gli effetti, raggiungerà i numeri sperati.
In Europa, la prima fase di test potrebbe arrivare attorno a Febbraio-Marzo, come spiega lo stesso Musk in un tweet. Dal momento che vi sono numerosi step di approvazione necessari, e che non esiste un sistema che faccia applicare in automatico il protocollo in tutto il continente ma è soggetto all’approvazione singola dei vari Stati, le tempistiche si sono dilatate rispetto a quanto previsto inizialmente.