Inoltre, al di fuori della zona di alienazione, un raggio di trenta chilometri dall’epicentro dell’esplosione, si possono riscontrare livelli anomali di stronzio 90 e di cesio 137. Tra i tanti campioni analizzati sono state rilevate oltre 200 specie diverse di funghi che malgrado le forti radiazioni sono riuscite a prosperare. Propio da questi funghi potrebbe giungere un aiuto ai primi cosmonauti che partiranno verso il pianeta rosso.
Nello specifico il fungo che ad aver destato l’interesse dei ricercatori è il Cladosporium sphaerospermum; questo fungo, tra l’altro, è già stato mandato in orbita, presso la Stazione Spaziale Internazionale, per studiarne le applicazioni. La speranza è che grazie alle sue particolari proprietà sia in grado di bloccare il passaggio delle radiazioni, risolvendo così uno dei principali problemi legati alla spedizione marziana.
Propio le radiazioni, vista l’assenza di atmosfera sul pianeta, sono uno dei principali problemi della spedizione. I risultati dei primi test sembrano promettenti; il fungo infatti, dallo spessore di circa 21 centimetri, sembrerebbe in grado di assorbire la maggior parte delle radiazioni. Se la scoperta dovesse rivelarsi applicabile segnerebbe un deciso passo in avanti verso la conquista di Marte.