Le stelle marine sono una forma di organismi invertebrati molto comuni delle quali ne esistono più di 200 specie diverse. Generalmente possiedono un corpo tondo che si prolunga in 5 braccia uguali tra loro, anche se ne esistono alcune con più di 40 braccia mentre altre, hanno soltanto dei minuscoli prolungamenti simili a dei cuscinetti. Si tratta di organismi viventi davvero molto interessanti ed affascinanti dalle caratteristiche a dir poco straordinarie. Ma questi curiosi invertebrati sembra ricoprano un ruolo di fondamentale importanza poiché in esse si nasconderebbero le spie dei cambiamenti climatici.
A dimostrarlo sono i dati ottenuti dalle osservazioni eseguite utilizzando il potente microscopio sincrotrone Elettra nell’ambito di una ricerca condotta da ricercatori dell’Università di Trieste e dell’Università di Southampton. Il sincrotrone è un tipo di acceleratore di particelle circolare e ciclico in cui il campo magnetico ed il campo elettrico variabile sono sincronizzati con il fascio delle particelle stesse. In Italia, il più potente sincrotrone è proprio quello che fa parte del complesso Elettra il quale, è in grado di produrre fasci con energia di 2-2,4 GeV. Grazie a questo potentissimo microscopio i ricercatori di Trieste hanno potuto osservare i cambiamenti climatici che si nascondono all’interno delle stelle marine.
I cambiamenti climatici studiati attraverso le stelle marine
Nello specifico, si tratta dei cambiamenti che avvengono all’interno di questi animali affascinanti. L’obiettivo della campagna di misurazione è stato quello di produrre immagini di alta qualità senza distorsioni dell’interno delle stelle marine Ctenodiscus crispatus, conservate in etanolo e intatte. Per la misurazione dei cambiamenti nelle stelle marine, queste ultime sono state fornite ai ricercatori di Trieste da Christina Wood, collaboratrice del centro oceanografico dell’Università di Southampton. Si tratta di stelle marine molto comuni in Norvegia e che si ritiene che svolgano un ruolo importante nel processo di cattura del carbonio. Infatti le misure eseguire dagli scienziati italiani potrebbero essere utili per capire gli effetti dei cambiamenti climatici su questi organismi.