Stando alle ultime notizie, la società ucraina di drenaggio Sobi pare che abbia vinto la gara per scavare 100.000 metri cubi di sedimenti dal Pripyat, ossia il fiume che passa vicino al reattore di Chernobyl. Sono sette allo stato attuale i punti di scavo, cinque dei quali si trovano davvero molto vicino a dove è accaduto il disastro nucleare più grande di tutti i tempi.
L’operazione di cui vi stiamo parlando fa parte di un progetto internazionale molto importante, il quale servirà per creare un nuovo corso d’acqua chiamato E40. Il suddetto sarà lungo 2.000 km e collegherà il Mar Baltico al Mar Nero attraversando Ucraina, Polonia e Bielorussia. Tuttavia, c’è da dire che il problema del drenaggio delle paludi e delle acque intorno a Chernobyl è ovviamente molto rischioso, poiché potrebbero riemergere fanghi e sostanze contaminate che, di conseguenza, si andrebbero a riversare in acque che arriveranno a milioni di persone.
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) ha espresso in maniera molto chiara il suo parere, ossia che la zona di alienazione di Chernobyl dovrà rimanere indisturbata per le radiazioni che ci sono ancora. Oltretutto, diverse ONG hanno reso noto che il governo ha violato le leggi, non effettuando delle valutazioni adeguate circa l’impatto ambientale.
Un fisico nucleare, David Boilley, in un’intervista al The Guardian, ha ritenuto incredibile che si voglia andare ad agire sui sedimenti intorno a Chernobyl, essendo che sono la parte più contaminata della zona di esclusione. Dal canto suo, l’agenzia Sobi si è difesa dicendo che la loro società ha avviato in maniera esemplare le ricerche, analizzando i campioni di suolo e dando massima sicurezza ai lavoratori. Tuttavia, ha rifiutato di condividere studi e prove a riguardo.